Materie prime? Indispensabili servizio e innovazione
Ne è convinto Andrea Barillaro, numero uno di BAAN, ad avviso del quale «è sempre stata la tecnologia a guidare l’evoluzione del prodotto finito: si tratta di razionalizzare i costi e massimizzare le vendite»
«Le aziende che commercializzano materie prime ceramiche ubicate nel comprensorio sassolese hanno sempre dimostrato nel corso degli anni di reagire bene alle varie crisi che si sono succedute. Stare vicino al cliente e comprendere le sue richieste è senz’altro la mossa vincente». Ne è convinto Andrea Barillaro, titolare di Baan, azienda italiana che opera nel settore delle materie prime minerali per il settore industriale ceramico che negli anni ha saputo mettere a frutto un vasto know how, grazie al quale è in grado di fornire un ampio ventaglio di soluzioni tecnico-economiche per gli impasti, per gli smalti e per gli engobbi ceramici. Servizio e puntualità sono, tuttavia, solo il primo passo. Perché oggi, dice Barillaro, si tratta anche di «razionalizzare i costi e massimizzare le vendite affacciandosi su nuovi settori è pure un ulteriore passo avanti, rimanere aggiornati e continuare ad investigare nuovi minerali, nuovi punti cava e nuovi paesi emergenti è senz’altro un altro plus a cui non bisogna sottrarsi se si vuole essere competitivi».
Come è cambiata il settore dal punto di vista della tipologia delle materie prime? Quali sono le più richieste nel comprensorio?
«Le materie prime vendute sono strettamente legate all’evoluzione tecnologica impiantistica della piastrella. Le tendenze principali del settore sono ad esempio il drastico calo dei consumi dei volumi dello zirconio silicato ampiamente rimpiazzato dai composti sbiancanti, l’aumento dei volumi delle allumine (sempre più
diversificate nelle loro caratteristiche fi siche) sia da impasto che da composto e l’inarrestabile aumento dei volumi degli inchiostri liquidi per applicazione digitale»
Confrontiamo l’ieri e l’oggi parlando dei volumi e dei prezzi…
I volumi dei minerali utilizzati nella produzione delle piastrelle ceramiche sono calati fortemente per diversi motivi: la crisi ha portato i volumi produttivi da 640milioni di m2 a 360 milioni di m2, l’evoluzione del prodotto finito ne ha ridotto in maniera significativa lo spessore dell’impasto e le differenti tecnologie di decorazione hanno portato alla drastica riduzione dei volumi di produzione di smalti ed engobbi. Per quanto riguarda i prezzi, l’argomento va più spostato sui margini, cioè la differenza tra costi e prezzi di vendita. La forte concorrenza tra le imprese del comprensorio porta spesso ad una forte riduzione dei prezzi di vendita con la conseguente grossa problematica dell’assottigliamento del margine operativo. I costi legati all’energia, al personale ed alla logistica non sono diminuiti, ed il mercato si è contratto sia nel volume di merce richiesta sia nel numero di aziende ceramiche produttrici. Solo la razionalizzazione ed ottimizzazione di tutte le voci di costo e la continua ricerca di soluzioni innovative più economiche ma ugualmente valide tecnicamente può essere la via di uscita giusta»
Lei, personalmente, come prevede il futuro del vostro mercato? Ha qualche asso nella manica…?
«E’ sempre stata l’impiantistica a condurre il trend evolutivo della piastrella, quindi prevedo un continuo affinamento delle nuove tecnologie impiantistiche con tendenza ad accorciare sempre più la linea produttiva e a facilitare il modo di fare la piastrella. Il trend estetico, il design, le cromie a mio parere verranno anche influenzati dalla rapida evoluzione della ns società che sta diventando sempre più multietnica. All’ estero c’è ancora tanto da fare e penso che per i prossimi anni saranno strategiche sia le aree a crescente sviluppo economico sia in quelle dove c’è la necessità di ricostruire. In senso stretto, per il ns settore, volendo sbilanciarmi, potrebbero essere più richiesti feldspati potassici? feldspati al litio? argille più scure e più bentonitiche? e se sostituissimo l’argilla con un composto tra siliconi e feldspati? Ma forse mi sono spinto troppo oltre…»